(ANSA) – VENEZIA, 04 OTT – I ghiacci del Polo Sud sarebbero più sensibili del previsto all’aumento delle temperature sulla Terra: lo indica la ricerca sull’arretramento del ghiacciaio Wilkes in epoca preistorica e che porta a nuove conclusioni sul futuro dell’Antartide. Coordinata dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, la ricerca è pubblicata sulla rivista Nature Communications ed è stata condotta in comunicazione con il Laboratorio francese per le scienze del clima e dell’ambiente (Lsce), il Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs) e l’Università Roma Tre. Gli autori della ricerca hanno accertato che un ingente arretramento del ghiacciaio di Wilkes, culminato 320mila anni fa, fu causato dall’aumento della temperatura dell’Oceano Australe. Finora la letteratura scientifica era concorde nel sostenere che queste enormi piattaforme bianche avessero mantenuto una certa stabilità anche durante i periodi caldi. Nell’Antartide molti ghiacciai si trovano in bacini al di sotto del livello del mare. Comprendere la loro risposta all’innalzamento delle temperature atmosferiche e oceaniche – spiega lo studio – è cruciale per migliorare gli scenari futuri di innalzamento dei mari. Lo studio si è concentrato sui ghiacciai costieri del bacino subglaciale di Wilkes, la cui fusione potrebbe far innalzare il livello del mare globale di ben 3 metri. Dal confronto tra le carote di ghiaccio estratte da quest’area e altre dell’Antartide, oltre che con quelle di sedimento marino al largo del bacino di Wilkes, sono emerse molte differenze: in particolare, si è visto come nei periodi caldi i ghiacciai costieri abbiano subito fenomeni di fusione e di migrazione verso l’interno del continente. (ANSA).