(ANSA) – SAN PAOLO, 02 OTT – Seggi aperti in Brasile. Le urne elettroniche si sono aperte alle 8,00 circa (ora di Brasilia) in 5.570 città del Paese e in 181 località all’estero, dove sono attesi circa 156 milioni di elettori. Il voto è obbligatorio per tutti i cittadini tra i 18 e i 70 anni. Oltre al prossimo presidente della Repubblica (il 39/mo), si eleggeranno anche i deputati federali, quelli statali, i senatori e i governatori dei 26 Stati e del Distretto di Brasilia, per oltre 29.200 candidati, con 1,8 milioni di scrutatori al lavoro. Il sistema è quello maggioritario: per essere eletto, il candidato deve ottenere più del 50% del totale dei voti, altrimenti si passa al ballottaggio, previsto per il 30 ottobre. Il leader della sinistra brasiliana, Luiz Inácio Lula da Silva (Pt) arriva alle presidenziali con la possibilità di vincere le elezioni al primo turno, col 50% dei voti validi, contro il 36% del suo principale rivale, il presidente di destra, Jair Bolsonaro (Pl), secondo l’ultimo sondaggio di Datafolha, pubblicato ieri, ma occorre ricordare il margine di errore di almeno il 2% e molte altre incognite che già in passato i rilevamenti delle intenzioni di voto hanno messo a nudo. Per evitare il "rischio di violenza politica", la Corte suprema (Stf) ha vietato il ;;porto di armi, e 500 mila unità delle forze dell’ordine sono al lavoro per garantire la sicurezza in tutto il Paese. Tra le novità di queste elezioni c’è anche l’unificazione degli orari di voto in tutto il Paese. Secondo il Tribunale superiore elettorale (Tse), per la prima volta tutti i seggi saranno aperti dalle 8 alle 17 locali, seguendo l’orario di Brasilia, col calcolo dei risultati al via dalle 17 e previsto prima delle 20. Le Forze armate condurranno un conteggio parallelo a campione e in tempo reale su 385 urne. Una novità introdotta su pressing di Bolsonaro, scettico sull’affidabilità dei seggi elettronici, a suo avviso soggetti a brogli e a rischio di attacchi hacker. Un’iniziativa che gli osservatori politici guardano con preoccupazione e sospetto, nel timore di possibili spallate alla democrazia. Si tratta della nona elezione generale del Paese a tenersi dalla fine della Dittatura militare. (ANSA).