Una stangata di 2.354 euro all’anno: è la spesa aggiuntiva che ogni nucleo familiare dovrà affrontare a causa dell’inflazione e dei conseguenti rincari secondo l’Osservatorio di Federconsumatori.
Si stima un aumento, rispetto al 2021, dell’8,3% per il carrello della spesa. “I dati sono riferiti ad agosto – spiega Mara Merlo, presidente di Federconsumatori Como -Solo per gli alimenti si parla di 564 euro in più all’anno per una famiglia tipo, composta da 2,5 componenti. Per pane, pasta e riso si stima un aggravio di spesa di 115 euro in più all’anno, per carne e salumi di 98 euro in più, per la verdura di 80 euro in più e per latte, formaggi e uova di 70 euro in più”.
I rincari si accompagnano a un calo dei consumi. “La gente compra meno carne e pesce – dice Merlo – In questo comparto gli acquisti diminuiscono del 16%. Il prezzo della carne, rispetto al 2021, è aumentato del 7%”. Si modificano, dunque, anche le abitudini a tavola.
Ai rincari sulla spesa si aggiungono quelli delle bollette di luce e gas. “Anche i prodotti alimentari risentono della spirale dell’inflazione, degli effetti della guerra, dello shock energetico – spiega la presidente provinciale di Federconsumatori – Questi rincari impattano maggiormente sulle famiglie a basso reddito, perché si tratta di spese che non si possono evitare. Si tratta di dati fermi ad agosto, quando l’inflazione era all’8,4%. Attendiamo le stime del mese di settembre, ma la tendenza non è ottimistica”.