Depositata in Tribunale a Verbania la perizia degli esperti incaricati di chiarire le cause del tragico incidente del 23 maggio dello scorso anno alla funivia Stresa Mottarone. Secondo i periti, la tragedia sarebbe stata provocata dal degrado della fune traente. Il cavo, in base a quanto emerge dal documento, sarebbe stato già corroso prima dell’incidente.
La cabina della funivia era precipitata spezzando 14 vite. Tra le persone morte in quella che doveva essere una spensierata gita domenicale anche Elisabetta Personini, 37enne di Carlazzo. La donna comasca, che si preparava al matrimonio, ha perso la vita con il compagno Vittorio Zorloni e il loro bimbo di 5 anni, Mattia. Delle persone che viaggiavano nella cabina precipitata si era salvato solo il piccolo Eitan, rimasto orfano.
La perizia
Nelle scorse ore, in tribunale a Verbania è stata depositata la perizia sull’incidente. La causa, secondo quanto emerge dal documento, sarebbe “il degrado della fune” traente. “In corrispondenza del punto di rottura – scrivono nella loro relazione i periti incaricati – il 68% circa dei fili presenta superfici di frattura che testimoniano una rottura”. I fili, sempre in base a quanto emerge dalla perizia, presentavano una “corrosione ragionevolmente antecedente la precipitazione del 23 maggio 2021″. “Una corretta attuazione dei controlli avrebbe consentito di rilevare i segnali del degrado, ovvero la presenza anche di un solo filo rotto o segni di corrosione e, quindi, di sostituire la testa fusa così come previsto dalle norme”, si legge ancora nella perizia.
L’inchiesta
La causa dell’incidente, per i periti sarebbe dunque “il degrado della fune traente in corrispondenza dell’innesto nella testa fusa”, al quale si sarebbe aggiunta la presenza dei “forchettoni”, che escludevano il funzionamento dei freni d’emergenza. Nell’inchiesta della Procura di Verbania sono indagate 14 persone e alcune società.