Due anni fa – il 15 settembre 2020 – intorno alle 7 del mattino l’omicidio di Don Roberto Malgesini. Il prete degli ultimi. Ucciso a coltellate mentre preparava le colazioni da distribuire ai senzatetto della città, da uno dei poveri che lui stesso aiutava. Dopo un anno da quei tragici era stata a lui intitolata l’area davanti alla chiesa di San Rocco dove Don Roberto venne ucciso.
Anche oggi – un anno dopo ancora – non mancano i momenti di ricordo. C’è chi ha portato un fiore sul luogo del delitto e chi si è fermato per un momento di raccoglimento e preghiera. Stasera doppia fiaccolata a Como e a Lipomo (altro luogo in cui il sacerdote ha prestato la sua opera). Domani a Gravedona gli sarà dedicato l’istituto comprensivo, che prenderà il suo nome.
Sul fronte giudiziario nell’ottobre del 2021 la Corte d’Assise di Como ha condannato all’ergastolo Ridha Mahmoudi, il tunisino di 53 anni accusato di omicidio volontario premeditato per la morte di don Roberto Malgesini.
Il pubblico ministero Massimo Astori, al termine di una requisitoria durata circa due ore aveva chiesto la condanna all’ergastolo per l’uomo accusato di omicidio volontario premeditato.