Daspo urbano per dieci giovani, sei dei quali minorenni. I provvedimenti emessi dal questore di Como, Leonardo Biagioli, dopo un’analisi condotta dai poliziotti della Divisione Anticrimine nell’ambito del contrasto alle baby gang a Cantù.
I ragazzi sarebbero riconducibili al gruppo in azione nella Città del Mobile che più volte è finito al centro delle cronache. Il Daspo ha lo scopo – spiegano dalla questura – “di limitare le potenzialità offensive e favorire un auspicabile ritorno a una vita lontana da violenze e illegalità”.
I dieci giovanissimi, in base a quanto disposto, per un intero anno non potranno accedere e stazionare nelle vicinanze di locali pubblici, di intrattenimento o di somministrazione di alimenti e bevande in un circoscritto perimetro del centro cittadino di Cantù. Di fatto i luoghi della movida. L’area più sensibile e già teatro di episodi di violenza.
Le indagini condotte dai carabinieri di Cantù e dalla Squadra Mobile della Questura nelle scorse settimane hanno consentito di concentrarsi appunto su un gruppo di giovani, residenti a Cantù molti di origine straniera, che sentendosi forte per via del numero, avrebbero commesso nel corso dei mesi una serie di reati a danno di loro coetanei tra cui rapine, minacce, lesioni e percosse, utilizzando a volte anche coltelli.
Le indagini si sono rivelate complesse perché spesso le vittime, intimorite e minacciate dagli appartenenti alla banda, non hanno presentato denuncia. Altre volte la ricostruzione di quanto accaduto avveniva in ritardo e solamente attraverso il monitoraggio dei social network. O grazie alle segnalazioni di cittadini o di gestori di esercizi commerciali.
Già nei mesi scorsi, all’esito delle indagini dei Carabinieri di Cantù, gran parte dei componenti del sodalizio era stata identificata e denunciata all’Autorità Giudiziaria.
Nonostante ciò si sono verificati altri episodi simili, non ultimo la rissa dello scorso 24 agosto nella centrale piazza Garibaldi.
Le parole del sottosegretario all’Interno
“Bene la risposta ferma e risoluta dello Stato al fenomeno delle baby gang che si sta diffondendo con preoccupante rapidità, coinvolgendo tanto le grandi città quanto i piccoli centri”.Ha detto il Sottosegretario all’Interno Nicola Molteni.
“La risposta a questo fenomeno – prosegue – deve riguardare un grande piano assunzionale che consenta di rafforzare il presidio del territorio da parte del Forze dell’Ordine”. E poi aggiunge: “ma deve riguardare anche il piano della prevenzione, attraverso il coinvolgimento delle strutture sociali per una forte risposta educativa. Senza dimenticare il ruolo del legislatore che dovrà inevitabilmente riflettere sulla necessità di abbassare la soglia d’età per la non imputabilità”, conclude.