(ANSA) – RABAT, 30 LUG – I diritti delle donne, la crisi post Covid, gli sforzi per migliorare le condizioni socio-economiche del Paese. Il discorso di re Mohammed VI del Marocco punta tutto sulle questioni interne. Il tema dei diritti delle donne prende oltre un quarto della prolusione davanti alle telecamere. Per quanto riguarda gli esteri, è l’eterna sfida con i vicini algerini che preoccupa il sovrano. Tanto che nel giorno in cui festeggia il suo 23mo anno di regno e che coincide con il nuovo anno dell’Egira, il 1444, invita i sudditi a considerare le frontiere come "passerelle che permettano a Marocco e Algeria di accedere a un avvenire migliore e di offrire un buon esempio di pace al resto del Maghreb". Dopo aver concesso la grazia a 1.769 condannati, nel silenzio inusuale di una Festa del Trono ancora con la sordina da Covid, che ha vietato festeggiamenti e adunate militari, re Mohammed ha letto il discorso con voce in affanno. L’ambizione è quella di "continuare a costruire un Marocco moderno", per far questo, "è indispensabile il contributo di tutti i marocchini". Soprattutto, insiste il sovrano, "è necessario che la donna partecipi in tutti i campi". Non "concessioni regali", ma "pienezza dei diritti garantiti dalla legge". Una forte impronta "rosa", che non trascura i traguardi già raggiunti come la riforma del Codice di famiglia, per esempio, che però, ammette il re del Marocco, "viene applicato in modo non corretto, per fattori sociologici diversi". (ANSA).