Rischio stop delle produzioni e cassa integrazione. Non è la crisi sanitaria questa volta a innescare le previsioni più negative per l’economia del territorio, ma l’ultima impennata dei prezzi dell’energia che ha gettato sale sulle ferite del passato. Con il gas che questa mattina ha superato un nuovo record (oltre 300 euro al megawattora) “le aziende potrebbero decidere di fermarsi”, spegnere i macchinari e mettere in pausa i nuovi ordini ha dichiarato Pasquale Diodato, Presidente della Confederazione Nazionale dell’Artigianato del Lario e della Brianza (CNA). Una scelta dolorosa sì, ma che per molte attività potrebbe essere inevitabile. Tra le circa 4.000 imprese rappresentate dall’associazione, aggiunge Diodato, “c’è anche chi pensa a reintrodurre la cassa integrazione”.
“Aumenti delle bollette”
Bollette alla mano, spiega ancora Diodato “un’azienda tessile ha visto aumentare gas ed elettricità di rispettivamente 11 e 4 volte. Chi deve portare a termine le commesse rischia di andare in perdita”. Non potendo aggiustare i prezzi per i committenti quindi, per far quadrare i conti qualcuno prevede di chiudere. Almeno fino a che la situazione non si sia stabilizzata. “Forse non c’è stato periodo peggiore di questo” dice ancora Diodato. “Anche le aziende (solitamente quelle più grandi) che sono riuscite a stipulare nel 2021 contratti energetici bloccati” potrebbero presto dover fare i conti con bollette da capogiro. Da CNA arriva dunque l’appello al governo di imporre un tetto per evitare ulteriori rialzi.
“L’economia si stava riprendendo”
Conferma le previsioni e i rischi per l’economia lariana anche Marco Galimberti, presidente della Camera di Commercio Como-Lecco che ricorda come nei mesi scorsi, al contrario di oggi, si sia assistito a una generale ripresa. Nel secondo trimestre del 2022 in provincia di Como, produzione, ordini e fatturato industriale hanno superato i livelli pre-covid, segnando un +5,8%, + 21 e +22,1% rispetto al 2019. In crescita anche il fatturato e l’occupazione del terziario mentre le difficoltà maggiori le ha riscontrate il comparto artigiano. E data la situazione attuale è proprio quest’ultimo a rischiare di più. “La parola d’ordine deve essere sostenibilità” commenta Galimberti. “Oggi, visto il caro prezzi, la vita delle imprese è insostenibile” e aggiunge “ci sono interventi immediati e interventi di lungo periodo per risolvere i problemi. In futuro bisogna incentivare le imprese a dipendere da fonti rinnovabili e promuovere le comunità energetiche”.