(ANSA) – RIMINI, 21 AGO – Visita del presidente della Cei e Arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi alla mostra ‘Giussani 100. 1922-2022 centenario della nascita’, aperta da ieri al Meeting di Rimini e dedicata al fondatore di Comunione e Liberazione. Prima di celebrare la Messa nel grande Auditorium della Fiera di Rimini – gremito di fedeli – la guida dei Vescovi italiani, si è intrattenuta per diversi minuti davanti alle immagini che raccontano la vita e la storia di Don Luigi Giussani. Una figura, ha spiegato Zuppi in una intervista concessa al sito ‘ilSussidiario.net’ che è ancora "un dono vivo per la Chiesa. Lo è tantissimo – ha argomentato -: ce lo ricordano le tante, incalcolabili realtà che Cl ha generato e genera. Peraltro è un dono riconosciuto dalla Chiesa nella sua maternità. Il dono di don Giussani è una grande avventura". Una avventura, ha sottolineato il presidente della Cei, "perché ogni dono dello Spirito non è un programma che realizzo, ma una passione che vivo, non un cammino che definisco, ma l’essere condotto dall’amore di Dio dove vuole Lui. E l’amore di Dio non si ripete, si rinnova. Oggi – ha proseguito – invece abbiamo la tentazione di essere "compilativi" piuttosto che creativi e generativi; e abbiamo paura, perché crediamo più ai programmi che all’amore di Dio. Proprio per questo l’incontro con l’uomo così com’è, che ha tanto appassionato Giussani, è ancor più necessario a tutti noi e alla Chiesa. Ne hanno bisogno tanti giovani, tante persone che hanno desiderio di bello, di vero, di buono, cercano chi li realizzi ma non sanno dargli un Volto". A giudizio di Zuppi, per Comunione e Liberazione, "il centenario è un’ottima occasione per riflettere sulla storia e sul dono del carisma di Giussani, che è poi il carisma di tutto il movimento. Tutti i doni ci sono affidati per farli fruttificare. Occorre mettersi in gioco per far sì che il carisma produca frutti, e mettere da parte le difficoltà e la soggettività che non aiutano. Il carisma non è mai una ripetizione, è sempre generativo, come tutte le cose dello Spirito. E unisce: è un fatto di comunione, lo avete nel nome". (ANSA).