(ANSA) – ROMA, 21 AGO – Ilya Ponomarev, un ex membro della Duma russa che è stato espulso per attività anti-Cremlino, ha affermato che ci sarebbe la mano di un gruppo di partigiani russi dietro un’autobomba che ha ucciso Darya Dugina, la figlia di uno degli stretti alleati politici del presidente. Lo riferisce il Guardian. Il dissidente, parlando da Kiev dove risiede, ha sostenuto che l’attentato sia stata opera "dell’esercito repubblicano nazionale (NRA)". "Ieri sera si è verificato un evento importante vicino a Mosca. Questo attacco apre una nuova pagina nella resistenza russa al Putinismo. Nuova, ma non l’ultima", ha affermato l’ex parlamentare, che durante un programma televisivo ha letto quello che ha affermato essere un manifesto del gruppo partigiano in questione. Un documento in cui si definisce "Putin un usurpatore del potere e un criminale di guerra che ha emendato la Costituzione, scatenato una guerra fratricida tra i popoli slavi e mandato i soldati russi a una morte certa e insensata. E che sarà deposto". Nel documento la figlia di Dugin viene descritta come "obiettivo legittimo perché fedele compagna del padre, che sosteneva il genocidio in Ucraina". Secondo Ponomarev l’Nra sarebbe pronto a condurre ulteriori attacchi simili contro obiettivi di alto profilo collegati al Cremlino, inclusi funzionari, oligarchi e membri delle agenzie di sicurezza. L’ex deputato, l’unico a votare contro l’annessione della Crimea nel 2014 e bandito da Mosca, è diventato cittadino ucraino nel 2019. Da Kiev, dopo l’invasione dell’Ucraina, ha lanciato il programma televisivo February Morning in lingua russa per dar voce all’opposizione. (ANSA).