(ANSA) – NEW DELHI, 17 AGO – Un famoso caso di stupro, che ebbe come vittima Bilkis Bano, una donna violentata e costretta ad assistere al massacro di 14 dei suoi familiari durante le violenze antimusulmane del 2002 in Gujarat, è tornato d’attualità in India. Due giorni fa, mentre il Paese celebrava il 75esimo anniversario dell’Indipendenza, gli undici uomini della gang, che erano stati condannati al carcere a vita 15 anni fa perché riconosciuti autori del crimine, sono stati liberati. I video che li mostrano fuori dal carcere di Godhra, circondati dai familiari che li festeggiano con pasticcini e inchinandosi ai loro piedi, nel tipico gesto di rispetto, hanno suscitato un’ondata di indignazione. Il provvedimento è stato preso da una commissione speciale istituita dallo Stato del Gujarat per esaminare la richiesta di grazia; un portavoce del governo dello Stato, guidato dal Bjp, ha ricordato che la legge prevede che dopo 14 anni di buona condotta la condanna a vita venga considerata espiata. Le associazioni femministe, quelle dei familiari delle vittime delle violenze e molti giuristi hanno criticato la concessione della libertà, sostenendo che viola le leggi federali, quelle dello stesso Gujarat, e che di consuetudine, in India, ai condannati per reati di questa entità non si applica nessuna grazia. Bilkis Bano, la vittima che si batté pubblicamente per avere giustizia sostenuta dal marito e da molte associazioni della società civile si è dichiarata "incredula e scioccata" dalla scarcerazione. (ANSA).