(ANSA) – NEW YORK, 11 AGO – Giustizia non sarà fatta nel caso Emmett Till, il ragazzo afroamericano brutalmente linciato per motivi razziali a Money, in Mississippi, nel 1955. Un gran giurì ha deciso di non incriminare Carolyn Bryant Donham, la donna che circa 70 anni fa con le sue accuse portò all’uccisione del 14enne. Secondo il procuratore distrettuale della contea di Leflore, Dewayne Richardson, non ci sono abbastanza prove. Donham, che attualmente vive in nord Carolina e ha piu’ di 80 anni, era accusata di rapimento e omicidio colposo in una causa avviata nel 2004. In quelli che sono stati gli sviluppi più recenti, a 67 anni dalla morte di Till è stato ritrovato in un seminterrato di un tribunale del Mississippi un mandato di arresto non eseguito nei confronti di Carolyn Bryant Donham, identificata nel documento come ‘Mrs Roy Bryant’ e nel 1955 accusata del rapimento di Emmett, all’epoca solo 14enne. In seguito alla scoperta, gli eredi del ragazzo avevano chiesto l’arresto della donna che all’epoca dell’omicidio era sposata con uno dei due uomini bianchi processati e assolti solo poche settimane dopo il rapimento di Till dalla casa dei suoi parenti in Mississippi. Dopo essere stato massacrato, il corpo del ragazzo fu gettato in un fiume. Nell’agosto del 1955 la Donham scatenò il caso accusando Till di averle rivolto della avance non appropriate nel suo negozio di famiglia a Money. Un cugino di Till disse invece che il ragazzo aveva solo fischiato alla donna. Secondo le prove raccolte una donna, verosimilmente Donham, indicò Till agli uomini che poi lo uccisero. Il mandato di arresto all’epoca fu reso pubblico ma lo sceriffo della contea di Leflore disse alla stampa che non voleva ‘dare fastidio’ ad una donna che aveva due figli a cui badare. (ANSA).