Alessandro Rapinese per la seconda volta al centro delle cronache nazionali in pochi mesi. La prima volta a fine giugno, quando è diventato sindaco di Como mandando all’opposizione in un sol colpo centrodestra e centrosinistra.
La seconda nelle scorse ore, e per motivi decisamente diversi. Nelle interviste a commento dello stupro di sabato notte in centro a Como, per il quale è stato arrestato un pakistano 41enne (QUI I FATTI), Rapinese aveva messo l’accento in modo molto critico sul fenomeno dell’immigrazione, consigliando di mandare gli immigrati in attesa di rimpatrio nelle zone deserte della Barbagia.
In poche ore le sue parole sono arrivate in Sardegna, suscitando una reazione offesa e sdegnata della popolazione locale. Politici e amministratori sardi di ogni ordine e grado hanno censurato le parole di Rapinese (che nel frattempo ha risposto di non aver avuto alcuna intenzione di offendere i sardi), e della querelle agostana si sono occupate anche le maggiori testate nazionali.
Intanto, sull’episodio – sia sulla violenza sessuale di sabato, sia sull’affermazione di Rapinese – si aggiungono reazioni politiche. “Ha ragione il sindaco di Como quando parla di situazione insostenibile per la sicurezza dei nostri cittadini – commenta Alessandra Locatelli, consigliere comunale della Lega – penso comunque che la splendida Sardegna e l’incantevole Barbagia non possano diventare luoghi dove mandare i clandestini, perché non dobbiamo proprio farli sbarcare nel nostro Paese”.
Decisamente meno tenera nei confronti del sindaco Rapinese è invece Patrizia Lissi, capogruppo del Pd in consiglio comunale, che accusa il sindaco di mettere in imbarazzo Como. “Richiamiamo il sindaco alla dignità e al rispetto richiesto dal suo ruolo di guida di una comunità di persone provenienti da tutta Italia e dal mondo – dice Lissi –. Amministriamo una città, non siamo al bar. Soprattutto non lasciamo che l’indecoroso siparietto di queste ore ci faccia dimenticare l’inizio di questa storia: la violenza ai danni di una donna, la marginalità sociale, la necessità di sicurezza”.
In serata, l’Ansa ha diffuso una risposta più articolata del sindaco Rapinese, che riportiamo:
“Mi dispiace che i sardi si siano offesi. Non ho nulla contro la Barbagia. Ma le reazioni alla mia proposta di mettere i clandestini in una zona sotto abitata dimostrano comunque che i clandestini non li vuole nessuno. Ho solo pensato a una parte del Paese sotto abitata era un’iperbole per far capire che nelle zone densamente abitate queste persone fanno disastri“.
Peggio la toppa del buco! Rapinese indecoroso. A casa!
Siete proprio alla canna del gas