(ANSA) – ROMA, 04 AGO – Il materasso sudicio, come il pavimento su cui era appoggiato, con colonne di formiche, e piatti con sporcizia accumulata da tempo. Nessun arredo e al posto del corredo da letto alcuni fogli di giornale. Rotto lo scarico del water, intasato quello del lavandino, e l’unica finestra sigillata, senza passaggio d’aria, con una temperatura insopportabile. Sono le condizioni degradanti in cui il Garante delle persone private della libertà ha trovato un detenuto nel carcere di Regina Coeli, nella cella destinata a chi è a rischio suicidio. Per il Garante sono stati violati i diritti umani. Di qui la decisione informare la procura di Roma. E’ stata "immediatamente liberata e sottoposta a interventi di sistemazione e bonifica" la stanza numero 1 della Sezione Ottava di Regina Coeli, le cui condizioni hanno spinto il Garante delle persone private della libertà a informare la procura di Roma. Lo scrive il vice capo del Dap Carmelo Cantone, in una lettera, pubblicata sul sito del Garante. "All’origine di quanto spiacevolmente constato nella visita del 18 luglio scorso, è sicuramente da considerare la difficoltà che ha la direzione dell’istituto di dedicare stanze appropriate a ogni caso emergenziale" scrive tra l’altro Cantone, spiegando che i casi da affrontare sono spesso superiori alla disponibilità di stanze idonee e, se questo "non può giustificare le condizioni" che sono state riscontrate dal Garante ,"consente quantomeno di comprendere le difficoltà che l’istituto deve affrontare" (ANSA).