L’immagine più bella di Fabio Casartelli, indimenticabile per gli appassionati di ciclismo e per le persone che lo hanno conosciuto e apprezzato. Esattamente trent’anni fa, il 2 agosto del 1992, il corridore di Albese con Cassano ha conquistato la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona. Un tributo doveroso a un atleta sfortunato, che tre anni dopo, al Tour de France del 1995, ha perso la vita nella discesa del Col du Portet d’Aspet.
Una gara rimasta nel cuore di chi ama il ciclismo, con i primi tre al traguardo tutti felici per aver conquistato una medaglia. Oltre a Fabio Casartelli, infatti, esultarono anche il secondo, l’olandese Erik Dekker, e il terzo, il lettone Dainis Ozols. In classifica, al quarto posto, il tedesco Erik Zabel; al 14° posto lo statunitense Lance Armstrong. che sarebbe stato il capitano di Casartelli alla Motorola al tragico Tour del 1995.
Fabio fu aiutato dalla magistrale tattica di quel giorno della squadra azzurra, gestita da Giosuè Zenoni. Fondamentale il lavoro di Davide Rebellin e Mirko Gualdi, che fecero da apripista alla fuga decisiva finale di Casartelli con Dekker e Ozols. Poi lo scatto finale con la vittoria della medaglia d’oro sul traguardo di Sant Sadurní d’Anoia, località ad una quarantina di chilometri da Barcellona.
Al ritorno in Italia la festa ad Albese con Cassano con la sfilata di Fabio su una vettura scoperta.
La convocazione dell’albesino era giunta a sorpresa, visto che per molti addetti ai lavori il trio azzurro doveva essere composto da Gualdi, Rebellin e Michele Bartoli. Ma a Giosuè Zenoni non sfuggi lo strabiliante stato di forma di Fabio, protagonista a suon di successi della stagione 1992.
Al Ghisallo
Numerose testimonianze di quel giorno e della carriera di Fabio Casartelli si trovano proprio in questo periodo al Museo del Ciclismo del Ghisallo, che a Casartelli e agli altri olimpionici lariani, Paolo Pedretti (pure di Albese) e Giacomo Fornoni, ha dedicato la mostra “Oltre i cinque cerchi”. Chi vista la struttura di Magreglio può trovare, tra i tanti cimeli, la medaglia d’oro vinta a Barcellona e la bicicletta Colnago utilizzata il 2 agosto del 1992 dal campione olimpico.
L’argento a cronometro
Le Olimpiadi in terra catalana regalarono peraltro altre gioie, proprio nel ciclismo, ad atleti di casa nostra: nella cronometro a squadre i comaschi Flavio Anastasia e Luca Colombo, con Gianfranco Contri e Andrea Peron, salirono sul secondo gradino del podio, alle spalle della Germania e davanti alla Francia.