“La piscina di via del Dos è sicura. Non ci sono rischi per gli utenti e le attività potrebbero continuare senza problemi dopo il 31 luglio. Auspico un tavolo di confronto vero e aperto con il Comune per garantire i servizi e tutelare le persone che li utilizzano”.
Il presidente della Cooperativa sociale Colisseum Gabriele Romanò interviene dopo la decisione del Comune. Palazzo Cernezzi ha deciso di non concedere ulteriori proroghe per la piscina di via del Dos. Chiuderà dunque l’impianto dal prossimo 31 luglio. “Motivi tecnici e non politici”, ha sottolineato Palazzo Cernezzi, facendo riferimento a presunti problemi strutturali.
Il presidente di Colisseum
“La struttura di via Del Dos è stata realizzata a fine anni Settanta – spiega Romanò – Il fenomeno del deterioramento del cemento è il risultato di un processo che avviene nel tempo. Siamo intervenuti nel 2020 affidandoci a professionisti qualificati e competenti ed è stato realizzato un intervento per rendere totalmente sicura la soletta. La struttura è sicura e questo è stato ribadito recentemente con una nuova verifica tecnica”.
Il sindaco Alessandro Rapinese ha annunciato interventi di manutenzione immediati dopo la chiusura della piscina. “L’unica lavorazione al momento prospettata è la sostituzione delle caldaie, argomento che non riguarda la sicurezza”, dice Romanò. “Tra l’altro – aggiunge – l’impianto è lo stesso anche del centro diurno disabili del Comune e chiedo se anche quello sarà chiuso”.
Il confronto
“Data la gravità delle ripercussioni che la chiusura della piscina comporterà per centinaia di persone – aggiunge il presidente di Colisseum – con le associazioni chiediamo di affrontare i problemi con razionalità e attenzione, perché in gioco ci sono i diritti fondamentali delle persone”.
I vertici di Colisseum ribadiscono la richiesta di un confronto immediato sulla struttura. “Ci saremmo aspettati un dibattito serio – conclude Romanò – per prospettare e concorrere a soluzioni utili. Mi aspetto che il tavolo di confronto si possa aprire e che tutti si possa lavorare per il bene comune”.