(ANSA) – ROMA, 14 LUG – Il gruppo di banditi che ha tentato di rapire e poi ucciso, nel febbraio dello scorso anno in Congo, l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, non sapeva di avere preso di mira un convoglio diplomatico. E’ quanto hanno riferito anche agli inquirenti italiani i cinque arrestati nei mesi scorsi dalle autorità locali per l’accusa di omicidio. In sintesi i banditi volevano mettere a segno, come già emerso nei mesi scorsi, un sequestro a scopo di rapina puntando vittime "bianche" per ottenere un bottino di 50 mila euro . Lo scrive oggi il Corriere della Sera. I cinque cittadini congolesi sono stati interrogati, alla presenza di un avvocato, dai carabinieri del Ros che ieri hanno terminato la missione di sette giorni disposta dalla Procura di Roma. Secondo quanto ricostruito dalle autorità del Congo, il commando era composto complessivamente da sette persone e il capo Amos Mutaka Kiduhaye è attualmente ricercato. Nel corso della missione è stata consegnata agli investigatori italiani copia degli atti di indagine raccolti dalla magistratura congolese, ed in particolare circa 40 video relativi alle condotte degli arrestati e ai sopralluoghi effettuati dagli stessi con i magistrati di Kinshasa, atti che costituiranno a breve la base per le valutazioni finali dell’ufficio dell’accusa in Congo. Nell’indagine a Roma sono attualmente indagati Rocco Leone, vicedirettore del Pam, il programma alimentare dell’Onu e del suo collaboratore Mansour Rwagaza. Nei loro confronti l’accusa è di omicidio colposo per non avere rispettato i protocolli di sicurezza nella preparazione della missione di Attanasio. (ANSA).