(ANSA) – ROMA, 13 LUG – Nei centri antiviolenza della rete D.i.Re nel 2021 sono state accolte complessivamente 20.711 donne con un incremento del 3,5% rispetto al 2020. Quasi la metà (46%) delle donne accolte ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni. Sono prevalentemente italiane (solo il 26% hanno una diversa provenienza), un dato costante negli ultimi anni. L’autore della violenza è prevalentemente italiano (soltanto il 27% ha provenienza straniera) e questo dato è oramai consolidato negli anni . E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Associazione nazionale D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza sui dati riferiti al 2021. Nella comparazione con il 2020 emerge un incremento per il servizio di orientamento al lavoro, che passa dall’88% al 94% dei centri. Questo dato è particolarmente significativo – viene fatto notare – se si pensa che una donna su tre (31,9% tra disoccupate, casalinghe e studentesse) è a reddito zero, in linea con il 2020 (32,9%) e il 2019 (33,8%). Solo il 37% (tra occupate e pensionate) può contare su un reddito sicuro. Soltanto il 28% delle donne accolte decide di denunciare, percentuale che rimane sostanzialmente costante negli anni. L’attività dei centri si sostiene per gran parte sul lavoro volontario delle attiviste, di cui solo il 33, 3% è retribuito, anche a causa della scarsità e non strutturalità dei fondi. "Il 3,5% di contatti in piu’ rispetto al 2020, l’8,8% in piu’ le donne che non avevano mai chiamato il Centro antiviolenza, sono numeri che confermano l’importanza dei centri della nostra Rete" ha commentato Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza. Secondo Veltri, ‘non basta approvare un Piano antiviolenza se mancano le linee guida attuative: siamo in attesa di questo, dell’impegno concreto del governo sul tema della violenza maschile alle donne, per il 2021-2023’ . (ANSA).