(ANSA) – MILANO, 09 LUG – Uno sguardo e un approfondimento sul fenomeno della movida, delle cronache riguardanti la "malamovida" condizionata da preconcetti e da facili stereotipi: ma anche street journalism, giornalismo etnico, e percorso professionale per i giovani cronisti di "seconda generazione". E’ stata una serata ricca di spunti quella che ieri ha concluso gli incontri di #Giornalistinfestival2022 organizzati nell’ambito delle iniziative culturali del Milano Latin Festival in corso ad Assago. A confrontarsi sui temi il presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti Paolo Perucchini, l’organizzatore del Latin Festival Fabio Messerotti e il giornalista Massimiliano Saggese e, in un video messaggio, il presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Giuseppe Giulietti. Se per tutti il tema della movida deve essere riportato al concetto originario di momento di libera espressione e promozione sociale e culturale per i giovani – è stato detto -, allo stesso modo per tutti la movida non può essere accostata automaticamente al fenomeno della diffusione delle gang e della malavita sul territorio. "Due temi distinti – ha detto Perucchini – che devono essere affrontati diversamente dalle istituzioni: di promozione la prima, di prevenzione e repressione la seconda. Ma senza penalizzare con severe restrizioni generalizzate la vita sociale dei giovani". Sui temi prettamente giornalistici, il dibattito si è concentrato sulla grande difficoltà dei cronisti "di seconda generazione", figli di immigrati e ancora senza cittadinanza italiana, che per questo motivo sono costretti in un infinito limbo professionale non potendo accedere al percorso di riconoscimento professionale ordinistico. "Se lo "ius scholae" potrebbe essere un’interessante soluzione – ha concluso Perucchini -, il sindacato dei giornalisti e l’Ordine si devono impegnare da subito per garantire dignità e diritti a tutti i colleghi che, pur lavorando regolarmente nel settore dell’informazione, per la complicanza delle norme risultano oggi professionalmente discriminati". (ANSA).