(ANSA) – BRASILIA, 05 LUG – Indigeni e ambientalisti hanno ricordato il giornalista britannico Dom Phillips e lo specialista in culture indigene Bruno Araújo Pereira un mese dopo l’omicidio di entrambi nel nord-ovest dell’Amazzonia brasiliana. Manoel Chorimpa, rappresentante dell’Unione dei popoli indigeni della Vale do Javarí (Univaja) ha dichiarato che c’è un clima di paura nelle comunità sparse nella foresta. Phillips, collaboratore del quotidiano The Guardian, e Pereira, ex funzionari della Fondazione nazionale dell’indio (Funai), erano scomparsi il 5 giugno mentre navigavano dalla comunità di Sao Rafael verso Atalaia do Norte, nel nord-ovest dello Stato di Amazonas, vicino alla frontiera con Colombia e Perù. "Qui in questa striscia di confine può succedere di tutto, è una regione dove regnano le attività illegali, viviamo con l’insicurezza in questo momento, non possiamo dimenticare oggi quello che è successo ieri", ha dichiarato Chorimpa. Il portavoce dell’ong Greepeace, Danicley Aguiar, ha affermato che gli omicidi sono il riflesso di una situazione che colpisce le comunità locali e i difensori dell’ambiente. "Non possiamo accettare di vivere con questa situazione di estrema violenza, di violazione dei diritti" che si verifica quotidianamente nella foresta, ha sottolineato Aguiar. Nel frattempo, i fratelli Amarildo Olveira e Oseney Oliveira, oltre a una terza persona, Jefferson da Silva, rimangono in custodia come sospettati per gli omicidi e il successivo occultamento dei corpi di Phillips e Pereira, poi ritrovati il ;;15 giugno. Altre ong come Amnesty International, Human Rights Watch e la Commissione Paulo Evaristo Arns hanno chiesto un’indagine approfondita e denunciato il caso davanti alle organizzazioni internazionali. (ANSA).