Non accadeva dal 2015: ieri, per la prima volta dopo sette anni, l’euro è sceso sotto la parità con il franco svizzero.
Alle 17.08 di mercoledì un euro era scambiato a 0,991 franchi svizzeri. L’indebolimento della moneta europea sul franco ha accelerato dall’inizio della guerra in Ucraina. Basti pensare che a marzo il cambio era 1,002 e a febbraio 1,06.
Oggi il rapporto è tornato in parità, ma l’evento di ieri – meno di un franco per acquistare un euro – non si registrava dal gennaio 2015, dopo che la Banca Nazionale Svizzera aveva abbandonato il tasso minimo di cambio.
Secondo gli economisti, l’istituto di emissione elvetico non punta più a un indebolimento del franco in vista dell’accelerazione dell’inflazione. Due settimane fa la Bns ha alzato i tassi di interesse, operazione che ha poi prevedibilmente influito sul rapporto tra la moneta unica europea e il franco svizzero.
Possono sembrare scarti marginali, eppure queste fluttuazioni hanno conseguenze tangibili nelle zone di confine tra Italia e Svizzera, come Como. Con un franco forte, gli stipendi dei frontalieri guadagnano potere d’acquisto. Per lo stesso principio, anche gli stipendi svizzeri guadagnano potere d’acquisto, quindi per i cittadini elvetici è ancora più conveniente acquistare beni e servizi in Italia. L’indebolimento dell’euro tendenzialmente favorisce i commercianti italiani nelle zone di confine, come Como.