(ANSA) – ROMA, 27 GIU – L’export di oro "è la seconda esportazione più redditizia della Russia dopo quella di energia – circa 19 miliardi di dollari all’anno – e la maggior parte di essa è destinata ai Paesi del G7. Quindi, tagliarlo, negando l’accesso a circa 19 miliardi di dollari di entrate all’anno, è significativo". Lo afferma il segretario di Stato Usa Antony Blinken in un’intervista alla Cnn, riportata sul sito del dipartimento di Stato. "Tutto ciò che abbiamo fatto fin dall’inizio, imponendo queste sanzioni senza precedenti e i controlli sulle esportazioni, sta avendo – sostiene Blinken – un profondo impatto sulla Russia. Anche se ottiene entrate petrolifere con prezzi più alti, non è in grado di spenderle a causa dei controlli sulle esportazioni. Non può acquistare ciò di cui ha bisogno per modernizzare il suo settore della difesa, per modernizzare la sua tecnologia, per modernizzare la sua esplorazione energetica, il che significa che nel tempo ognuna di queste aree andrà in declino. Già oggi si prevede che l’economia russa si ridurrà dell’otto-quindici per cento l’anno prossimo. Il rublo viene sostenuto artificialmente a caro prezzo". Il segretario di Stato Usa afferma inoltre che "un migliaio di aziende, grandi aziende internazionali, hanno lasciato la Russia. Avevano prodotti che erano ancora sugli scaffali quando se ne sono andati, ma ora le forniture sono diminuite. I russi non sono più riusciti a comprare ciò che erano abituati a comprare. Il tenore di vita dei russi si sta abbassando". Tutto questo, aggiunge, "ha un effetto immediato, ma anche un effetto cumulativo. Abbiamo assistito a una fuga di cervelli dalla Russia: 200.000 russi, tra i più istruiti, che lavoravano in alcuni dei settori più importanti, se ne sono andati. Molti stranieri che lavorano in quelle stesse industrie se ne sono andati. Tutto questo nel tempo si accumula, si accumula, si accumula". (ANSA).