Undici imputati e i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano a rappresentare l’accusa. In Corte d’Assise a Como al via oggi un nuovo processo per le presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nel Comasco. Il procedimento è legato all’operazione “Cavalli di razza”, che nel novembre scorso aveva portato a 54 provvedimenti di fermo con le accuse, a vario titolo, di bancarotta, corruzione, frode fiscale, estorsione, voto di scambio, spaccio, traffico di armi. L’organizzazione, secondo l’accusa si era ramificata anche in Svizzera.
Il processo
In Aula a Como per il processo con giudizio immediato gli undici tra i destinatari di quei provvedimenti che non hanno optato per riti alternativi. Ieri a Milano invece si è aperto il processo con rito abbreviato a carico di altri 34 indagati. In altri casi l’opzione è stata quella del patteggiamento.
In Tribunale a Como, nel dibattimento che ha preso il via oggi, l’accusa è rappresentata dai magistrati Sara Ombra e Pasquale Addesso, che hanno coordinato l’inchiesta sfociata nell’operazione “Cavalli di razza”. Gli imputati, ad eccezione di uno che non è sottoposto alla custodia cautelare in carcere, sono collegati in videoconferenza dagli istituti penitenziari in cui sono detenuti. In Aula sono presenti gli avvocati difensori.
Le udienze
Nel processo saranno sentite decine di testimoni. Il presidente del collegio Valeria Costi ha già fissato un calendario di udienze fino al febbraio del prossimo anno. Questa mattina è stato affidato l’incarico a un perito per la trascrizione delle centinaia di intercettazioni confluite negli atti dell’inchiesta, materiale audio che il tecnico individuato dovrà mettere nero su bianco e sarà poi utilizzato durante il dibattimento.
Il precedente
L’operazione “Cavalli di razza” si è collegata a una precedente indagine della procura di Como che aveva smantellato un presunto sistema di false cooperative. L’accusa ha individuato tre fasi dell’intervento della criminalità organizzata. Prima le estorsioni agli imprenditori locali. Poi il controllo e la gestione di appalti del settore della pulizia grazie ai titolari di cooperative del settore. Infine, dopo l’operazione “Nuovo Mondo” che ha scardinato il sistema delle false coop, la ripresa delle estorsioni e le infiltrazioni della ‘ndrangheta non più solo nel settore delle pulizie ma anche della ristorazione, del trasporto conto terzi, del facchinaggio.