(ANSAmed) – BEIRUT, 17 GIU – Alti funzionari di agenzie umanitarie dell’Onu che operano nella Siria martoriata dal conflitto e dal collasso economico hanno chiesto, nelle ultime ore, in una lettera congiunta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di prorogare per un anno l’autorizzazione agli aiuti umanitari transfrontalieri alla Siria attraverso la Turchia e senza l’autorizzazione del contestato governo centrale di Damasco. Il meccanismo, che scade il prossimo 10 luglio, è in vigore dal 2014, tre anni dopo lo scoppio delle violenze armate in Siria ed è stato rinnovato periodicamente, ogni anno o ogni sei mesi, dai membri del Consiglio di sicurezza. Da questo meccanismo di aiuti transfrontalieri dipendono, secondo l’Onu, più di 4 milioni di persone che sopravvivono nel nord-ovest della Siria. Di questi, più dell’80% sono donne e bambini. Ma alla luce della guerra in Ucraina e delle tensioni tra Russia e paesi occidentali, gli operatori umanitari temono che Mosca – membro permanente del Consiglio di sicurezza – si opponga ora con forza al rinnovo del meccanismo dell’Onu. In tal senso, Martin Griffiths (OCHA), Catherine Russell (Unicef), Natalia Kanem (UNFPA), Antonio Vitorino (IOM), David Beasley (Programma alimentare mondiale), Filippo Grandi (UNHCR) e Tedros Adhanom Ghebreyesus (OMS) hanno firmato un documento in cui si esortano "i membri del Consiglio di sicurezza a rinnovare la risoluzione 2585 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che autorizza la continuazione dell’assistenza trans-frontaliera per altri 12 mesi". (ANSAmed).