(ANSA) – MILANO, 17 GIU – Hanno tutti confermato che a sferrare le coltellate che hanno ucciso Dimitry Simone Stucchi, morto ad appena 22 anni lo scorso 29 settembre nel Milanese durante una rissa tra giovanissimi di due ‘bande’, sia stato un minorenne nato a Melzo e di origine nordafricana, quattro dei sei ragazzi che, interrogati oggi, hanno risposto alle domande del gip del Tribunale di Milano Luca Milani. Mentre due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, gli altri giovani, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice Milani, hanno affermato, in linea con le indagini, non solo che Simone Stucchi sarebbe stato colpito a morte dal 17enne, in carcere con il fratello 15enne, per essere indicato come l’autore materiale dell’omicidio, ma anche che, nonostante fosse accasciato sul marciapiede e agonizzante, è stato preso ripetutamente a calci e, ha ribadito uno, forse ancora accoltellato. Tra i sei maggiorenni interrogati questa mattina anche Davide Colombi, il ‘capo’ della banda di Vimercate, il quale avrebbe minimizzato sostenendo che i 100-150 grammi di hashish erano per uso personale e che la questione del pagamento con banconote false era già risolta mesi prima. Una spiegazione non convincente, così come il suo ricondurre a una telefonata non gradita alla sua ragazza il motivo della violenta rissa, con mazze, bastoni, sanpietrini e coltelli. Ieri, durante il faccia a faccia con il gip Milani, Youssef Mahmoud Elsayed, il capo del gruppo avverso, quello di Pessano con Bornago, teatro dello scontro tra le due fazioni, tra l’altro non ha nascosto che quella sera se ne era andato via "per paura". Per la vicenda l’altro ieri sono state emesse misure cautelari nei confronti di 5 minori (due in carcere) e di 19 maggiorenni (sette in carcere). (ANSA).