(ANSA) – NEW YORK, 15 GIU – Happy non e’ felice: o quanto meno non lo sono gli animalisti del Nonhuman Rights Project, l’organizzazione che negli ultimi quattro anni si e’ battuta in tribunale per far riconoscere alla 50enne femmina di elefante lo status di persona e ottenerne la liberazione dallo zoo del Bronx dove il pachiderma e’ rinchiuso dal 1977. Il Nonhuman Rights Project aveva invocato l’habeas corpus per applicare a Happy un diritto fondamentale per un essere umano: quello della inviolabilita’ personale che protegge dalle incarcerazioni ingiuste. Dopo anni di schermaglie legali, la Corte d’Appello di New York ha deciso a maggioranza che, pur essendo Happy e tutti gli altri elefanti "esseri intelligenti che meritano cura e compassione", non possono tuttavia essere considerati persone e non sono dunque incarcerati illegalmente nello zoo. Con la sentenza, la Corte ha convalidato una decisione di un tribunale di livello inferiore che aveva gia’ respinto la richiesta di Nonhuman di trasferire Happy in un’oasi faunistica dove l’elefante avrebbe potuto muoversi piu’ liberamente rispetto al recinto in cui e’ rimasta rinchiusa per quasi tutta la sua lunga vita. Nonhuman e’ una non-profit che si batte, finora senza successo, per far riconoscere lo status di "persone legali" ad almeno alcune specie animali tra cui, oltre gli elefanti, gli scimpanze’. Nel caso di Happy il piu’ grande zoo di New York aveva resistito, sostenendo che l’elefante non era rinchiusa illegalmente e che il suo staff le dedica da anni la cura "che un magnifico animale come lei si merita". Nata in liberta’ e battezzata con il nome di uno dei nani di Biancaneve – in italiano sarebbe Gongolo – Happy e’ trattata con compassione, ha affermato lo zoo, ha contatto con altri elefanti e uno stretto rapporto con le sue interfaccia umane: "Allo Zoo del Bronx pensiamo a quel che e’ meglio per Happy, non in termini generici, ma come un individuo con una personalita’ unica e distinta", ha detto l’organizzazione. (ANSA).