(ANSA) – TRIESTE, 12 GIU – La perdita di Liliana è un dolore "immenso di un marito che si è trovato a passare, da un momento all’altro, dalla gioia di un rapporto matrimoniale splendido e privo di ombre", "alla tragedia di un evento inaspettato, a quanto di più terribile ci sia per un uomo innamorato". "A oggi, il mio dolore è più che mai vivo ed alimentato dalla mancata conoscenza di cosa sia successo". E’ quanto scrive in una lettera, consegnata a Il Piccolo e pubblicata dal quotidiano, Sebastiano Visintin, il marito di Liliana Resinovich, la donna scomparsa da casa il 14 dicembre scorso e trovata morta tra la vegetazione del parco dell’ex ospedale psichiatrico del rione San Giovanni il 5 gennaio. "Sono trascorsi quasi sei mesi", ricorda, ed è "un mistero quello che avvolge la scomparsa di mia moglie, dal suo girovagare per la città prima, al ritrovamento del suo cadavere poi, che purtroppo non ha ancora trovato risposta da parte dell’autorità inquirente e che, per la fuga di notizie che corrono all’esterno, sta alimentando voci, tesi e supposizioni". Congetture "di quanti non stanno esitando a esternare sospetti che vorrebbero sbattere me in prima pagina come la presunta causa di tutto (e in parte, devo dire, ci si è riusciti agli occhi dell’opinione pubblica nazionale), ma soprattutto stanno minando la figura di mia moglie, con notizie che, vere o verosimili che siano, si sarebbero dovute confinare nel più signorile riserbo". Chiaro, sottolinea il quotidiano, il riferimento anche ai particolari emersi sul rapporto tra Liliana e l’amico Claudio Sterpin. Visintin ora attende "con fiducia che le indagini possano concludersi e dare finalmente risposte". (ANSA).