(ANSAMed) – BEIRUT, 30 MAG – L’Arabia Saudita ha nominato nelle ultime ore il ministro degli esteri Adel Jubeir come suo primo inviato speciale per il clima, in un momento in cui il regno arabo del Golfo ha anche annunciato che intende gradualmente aumentare la produzione giornaliera di petrolio. I media di Riad riportano stamani la notizia della nomina di Jubeir, già ambasciatore saudita a Washington, per conciliare due obiettivi che, secondo diversi analisti ambientali, appaiono in contrasto fra loro: ridurre le emissioni e aumentare la produzione di greggio. Nei mesi scorsi, al vertice internazionale sui cambiamenti climatici COP26 di Glasgow, Riad si era impegnata a raggiungere zero emissioni nette di carbonio entro il 2060. Il ministro dell’energia saudita, Abdulaziz bin Salman, ha però dichiarato all’inizio di maggio che il paese prevede di aumentare la sua capacità di produzione giornaliera di petrolio di oltre un milione di barili, per superare i 13 milioni di barili entro il 2027. E al recente vertice mondiale di Davos, il ministro dell’economia saudita, Faysal ben Fadel Ibrahim, ha difeso la scelta di Riad: la riduzione delle emissioni e l’aumento di produzione di petrolio non sono in contrasto fra loro, ha detto. "Ci concentriamo sia sulla sicurezza energetica sia sui cambiamenti climatici". Alla luce delle ripercussioni energetiche mondiali della guerra in Ucraina, l’Arabia Saudita, principale esportatore mondiale di petrolio, sta beneficiando dell’innalzamento dei pressi del greggio. All’inizio di maggio, Riad ha annunciato che la crescita economica nel primo trimestre del 2022 è aumentata del 9,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. Un dato che, secondo le autorità saudite, rappresenta "il tasso di crescita più alto di questi ultimi dieci anni". Al contempo, l’Arabia Saudita non ha risposto alle richieste statunitensi di aumentare ora la produzione di petrolio per ridurre i prezzi del greggio, ma si è detta intenzionata a rispettare gli accordi presi in seno all’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec+), guidata proprio da Riad e da Mosca. (ANSAMed).