(ANSA) – TRIESTE, 26 MAG – Le testimonianze delle colleghe sono state ritenute "credibili e convergenti" e i riscontri di natura medico-legale "fortemente indicativi di una mancata somministrazione del vaccino". Contro l’ex assistente sanitaria di Spresiano (Treviso) Emanuela Petrillo, 36 anni, condannata dal Tribunale di Udine a una pena di 8 anni e 6 mesi di reclusione per aver finto di vaccinare centinaia di bambini, non ci fu nessun complotto. La tesi difensiva, orientata verso questa direzione o verso "la suggestione generalizzata", si è rivelata "priva di appigli e di logica rispetto alle emergenze processuali". Così il tribunale collegiale ha motivato la sentenza di condanna a carico di Petrillo per fatti avvenuti tra il 2014 e il 2016 al dipartimento di prevenzione di Codroipo e a quello di Treviso. In una cinquantina di pagine, come riporta il Messaggero Veneto, si fa riferimento anche alla scelta di non dare spiegazioni da parte dell’imputata, decisione che l’ha penalizzata. Petrillo è stata ritenuta responsabile di peculato, rifiuto d’atti d’ufficio, falso in atto pubblico e falso in certificazione. Assolta invece per episodi risalenti al 2009, prescritti i reati riferiti al periodo da febbraio 2012. Le indagini erano partite a giugno 2016 a seguito di una denuncia dei vertici dell’Azienda sanitaria di Treviso. Una collega di Petrillo "si accorse che l’ago non veniva inserito completamente, ma solo qualche millimetro – ricorda la sentenza – e che lo stantuffo non veniva spinto in fondo". A maggio 2017 era poi arrivata anche la denuncia dell’azienda sanitaria n.3 Alto Friuli. (ANSA).