La Procura di Milano indaga sulla diffusione in rete di dati sensibili e personali di centinaia di persone disabili (circa 800) residenti tra Como e Varese. Dati sottratti dal gruppo di hacker informatici che ha rivendicato l’attacco all’Ats Insubria di inizio maggio. Era il 5 maggio – per la precisione – quando si fermò il portale. Uno stop durato quasi due settimane. Da quanto ricostruito i “pirati” hanno diffuso in rete una prima tranche di dati per supportare la richiesta di riscatto. L’ultimatum all’Agenzia di Tutela della Salute di Como e Varese – che si traduce in un “pagate o rendiamo note altre informazioni” – scade il prossimo 2 giugno.
La Polizia Postale, al lavoro da giorni, aveva presentato una denuncia alla Procura di Varese, dove ha sede l’Ats. Poi girata – per competenza sui cyber reati – a quella di Milano.
L’inchiesta riguarderebbe il furto di 450 magabyte di materiale riservato.
Ats Insubria: “Mai avuto contatti con i cyber criminali”
“Questa partita la sta gestendo la procura di Milano – conferma la direzione generale dell’Ats Insubria – non abbiamo mai avuto contatti diretti con questi cyber criminali e non abbiamo intenzione né di metterci in contatto né tantomeno di pagare – viene precisato – stanno cercando di intimorirci ma è tutto nelle mani delle autorità competenti, le indagini sono in corso. Per quanto possibile – dicono ancora da Ats – vogliamo rassicurare che, seppur diffusi questi dati, personali e di salute, non sono facilmente raggiungibili dagli utenti comuni della rete ma servono dei programmi e dei sistemi appositi”.
Orsenigo (Pd): “Pretendiamo risposte”
“Come siamo arrivati a questo punto? Come è possibile che il sito di un’agenzia regionale sia stato alla mercé di criminali per così tanto tempo? – sono le domande sollevate dal consigliere regionale comasco del Pd, Angelo Orsenigo – Tutte domande a cui pretendiamo di avere una risposta puntuale e immediata”.