(ANSA) – BARI, 23 MAG – La Procura di Bari sta valutando se e come tentare di recuperare la scatola nera dal relitto del rimorchiatore Franco P affondato la sera del 18 maggio a circa 50 miglia dalla costa di Bari, in acque internazionali. Nel naufragio sono morti tre componenti dell’equipaggio il 65enne Luciano Bigoni e il 58enne Andrea Massimo Loi, entrambi di Ancona, e il 63enne di origini tunisine e residente a Pescara Jelali Ahmed. Sui due ancora dispersi, i due marittimi pugliesi, entrambi di Molfetta (Bari), Mauro Mongelli di 59 anni e Sergio Bufo di 60 anni, proseguono le ricerche anche se gli investigatori non escludono possano trovarsi all’interno del relitto, a mille metri di profondità. E’ anche per questa ragione che la Procura sta valutando come raggiungere il rimorchiatore sul fondo dell’Adriatico. Unico superstite tra coloro che erano a bordo della imbarcazione affondata, al momento, è il comandante, il 63enne Giuseppe Petralia, ricoverato in ospedale a Bari. A quanto si apprende da fonti sanitarie, le sue condizioni migliorano, già nelle prossime ore potrebbe passare dalla terapia intensiva a quella progressiva e probabilmente in settimana sarà dimesso. Quando le sue condizioni di salute lo consentiranno, sarà ascoltato dagli uomini della Capitaneria di Porto di Bari. Petralia è indagato con l’armatore, Antonio Santini, legale rappresentante della società Ilma di Ancona proprietaria del rimorchiatore e del pontone che era agganciato al mezzo affondato e che ora è sotto sequestro nel porto di Bari. Nel fascicolo d’inchiesta si ipotizzano i reati di cooperazione colposa in naufragio e omicidio colposo plurimo. Nei prossimi giorni la pm che coordina le indagini, Luisiana Di Vittorio, disporrà le autopsie e gli accertamenti tecnici. (ANSA).