(di Alberto Rochira) (ANSA) – UDINE, 14 MAG – Helena, giovane mamma di Natalia, bimba di 5 anni appena compiuti su un binario della metropolitana. L’adolescente Oksana, che sente sulle spalle la responsabilità del fratellino Maksym, 9 anni, dopo due anni di pandemia e ora una guerra scoppiata in casa. Masha, 48 anni proveniente dal Donbass, sola a Kyiv, la cui madre, anziana, è bloccata nelle zone occupate. Igor, 13 anni, scappato da Homestel, che aspetta di poter tornare a casa e ricominciare la scuola, e Irina e Volodya, coppia di anziani soli, di Hostomel. Sono alcune delle storie emblematiche raccolte nel rifugio sotterraneo della metropolitana di Kiev da Concetta Feo, psicologa di Medici Senza Frontiere. "In Ucraina è come quando ci si tiene per mano per resistere alla corrente impetuosa", definisce la situazione la psicologa. Queste e altre storie, insieme alle sfide quotidiane, e ai progetti in Italia e nei conflitti in Siria, Afghanistan, Ucraina, sono state testimoniate oggi al festival vicino/lontano in corso a Udine dall’ associazione Medici Senza Frontiere, presente nel capoluogo friulano con Stefano Di Carlo, direttore generale, Yannick Ulliot responsabile dei progetti di MSF a Torino, Udine e Trieste, e Chiara Pravisani, operatrice umanitaria e referente del gruppo di Udine per lo sportello di MSF. "In questi ultimi Udine ha visto un aumento delle persone in arrivo e non sempre è facile per loro accedere ai servizi di cui hanno bisogno – ha detto la Pravisani – quindi aiutarle ad accedere alle cure è molto importante". Nell’incontro dedicato a ‘Sporche guerre, ancora’ si è parlato di conflitti insieme con Fabio Chiusi, Valerio Pellizzari, Domenico Quirico (in videocollegamento), e Stefano Di Carlo, direttore generale di Msf. "Dalla Siria allo Yemen, dall’Afghanistan fino alla vicina Ucraina, nel mondo sono tante le guerre in atto e altrettante popolazioni ne soffrono le conseguenze – ha affermato Di Carlo – e il tutto s’inserisce anche in un contesto pandemico e di cambiamento climatico. Msf, con la sua azione in oltre 80 paesi è testimone della vulnerabilità di donne, bambini e uomini, in cerca di disperato aiuto e la nostra sfida quotidiana è proprio quella di rispondere a questo bisogno". (ANSA).