Assegno unico ancora bloccato per i lavoratori frontalieri. L’incontro ieri tra i sindacati e la direzione nazionale dell’Inps ha evidenziato “una situazione di impasse”, che impedisce di risolvere i problemi, a oltre due mesi dall’entrata in vigore del provvedimento. “Serve una soluzione in tempi rapidi”, chiedono i responsabili di Cgil, Cisl e Uil.
“Ci è stato confermato uno stallo sulle procedure di trasmissione degli importi percepiti a titolo di Assegno unico universale per i figli a carico da parte dei lavoratori frontalieri agli istituti esteri – sottolineano in una nota Cgil, Cisl e Uil – Questo è causa del blocco dell’erogazione degli assegni familiari nel Paese di lavoro”.
I problemi irrisolti
“A due mesi dall’applicazione del nuovo istituto di assistenza previsto per tutti i cittadini residenti – continua la nota dei sindacati – non hanno avuto risposta le questioni che abbiamo posto già a febbraio sulle conseguenza dell’erogazione degli assegni unici per i lavoratori frontalieri residenti in Italia rispetto agli assegni percepiti all’estero. Irrisolta anche la problematica dei lavoratori frontalieri in Italia, ma residenti all’estero”.
La richiesta di intervento
I lavoratori frontalieri italiani sono complessivamente circa 110mila. “Serve immediatamente una soluzione che sblocchi questa situazione inaccettabile che sta determinando mancati introiti per i lavoratori frontalieri da due mesi – concludono le organizzazioni sindacali – La natura assistenziale dell’assegno unico per i figli a carico connessa alla residenza sta inoltre determinando la mancata applicazione delle regole di reciprocità nell’erogazione previste dalla Unione Europea a pena d’infrazione. Rischia infine di determinare analoghi comportamenti dei Paesi a noi confinanti rispetto all’erogazione dei medesimi assegni dovuti dal Paese dove si effettua la prestazione”.