Nei due anni di pandemia, la vicinanza forzata tra le mura domestiche ha contribuito a spezzare qualche legame, ma non tutti. Tante sono infatti le coppie-italiane e non- che con l’allentarsi delle misure anti Covid hanno deciso di programmare (o riprogrammare) le nozze. Un passo importante e anche profittevole. Le previsioni parlano di 1 milione di presenze in Italia soltanto per il turismo legato ai matrimoni e l’Osservatorio Destination Wedding Tourism stima per il comparto un fatturato di 273 milioni nel 2022. Sul Lago di Como-meta tra le più gettonate per lo scambio di fedi o promesse- è già tutto esaurito fino a ottobre.
Ancora però non si può parlare di ritorno alla normalità. Il settore è uscito da due anni di pandemia profondamente cambiato. “Oggi si riscontrano particolari difficoltà nel reperire fiori e arredi” spiega Diana Da Ros di Assowedding. “L’aumento del costo delle materie prime ha fatto lievitare di circa il 30% i prezzi delle ville sul Lario” continua, luoghi che nonostante ciò sono sempre richiesti come cornice del fatidico sì. Gli addetti ai lavori confermano che molte aziende non hanno retto l’impatto dei mesi di stop forzato a causa del covid ma si riscontra un rinnovato ottimismo per il 2022. “Più matrimoni dell’ultimo minuto, meno invitati” secondo Da Ros si potrebbe spiegare così il trend che contraddistingue la maggior parte delle coppie. Italiane e non solo. Nel 2022 il settore registra anche il ritorno di clienti stranieri: soprattutto americani ed europei.
Ancora invece tardano a prenotare quelli cinesi, russi e australiani (una fetta importante del fatturato). Chi decide di promettersi amore eterno sul Lago, spiega Da Ros, lo vuole fare anche “dal Lago”. Barche e gite sull’acqua sono tra le esperienze più richieste. Tra le tendenze, ci sono poi le celebrazioni simboliche magari lunghe un intero weekend e soprattutto per gli sposi stranieri. In questo caso, i piccoli borghi del lago e le dimore storiche si prestano per avverare i desideri conclude Da Ros.