Tentata truffa telefonica a Rebbio. “Suo figlio ha fatto un grave incidente, due persone anziane sono in pericolo di vita”. La telefonata arrivata ieri a casa di una famiglia residente nel quartiere comasco ha sconvolto in pochi attimi la mattinata di due genitori.
Alla cornetta si presentano come carabinieri della stazione di Albate ma alla fine sono truffatori che con pacatezza e risposte pronte, sempre mirate a toccare le corde emotive giuste, hanno tentato di farsi consegnare del denaro. Fortunatamente, nonostante il panico iniziale, è rimasto soltanto un tentativo.
La chiamata al telefono fisso della famiglia è arrivata intorno a mezzogiorno. Risponde la madre che – ancora incredula – ha ricostruito la conversazione.
La ricostruzione
“Il tizio alla cornetta si presenta e dice di chiamare dalla caserma dei carabinieri di Albate”. Racconta la donna. “hanno aggiunto che mio figlio aveva avuto un incidente, lui non era ferito, ma aveva investito due anziani sulle strisce pedonali, sono feriti e probabilmente non ce la faranno”.
A quel punto alla richiesta di parlare con il ragazzo fanno finta di passarglielo e la donna sente una voce rotta dal pianto.
“L’ho sollecitato, a posteriori mi sono resa conto di aver fornito loro il nome di mio figlio” ha aggiunto.
Quindi la richiesta economica. “Stiamo aspettando il giudice per l’arresto – ha raccontato ancora la donna – a meno che non abbia la possibilità di versare 48mila euro come deposito cautelativo” mi hanno detto ancora. Una somma elevata che la famiglia non aveva a disposizione. I dubbi sono iniziati quando poi i sedicenti carabinieri hanno chiesto se disponesse di una cifra più bassa o di oggetti di valore.
La signora ha detto di voler chiamare il marito e di voler sentire un parente avvocato, in quel momento la conversazione si è fatta più sbrigativa. “Hanno chiuso la telefonata dicendo che avrebbero atteso le disposizioni del giudice, fissando inoltre un fantomatico appuntamento nel primo pomeriggio”.
Le rassicurazioni e i timori
Una volta appeso immediatamente è partita la telefonata al figlio mentre il parente avvocato ha subito chiarito che si trattava di un tentativo di truffa e ha avvisato i carabinieri di Albate che lo hanno confermato.
La famiglia ha deciso di sporgere denuncia oggi proprio ai militari di Albate per cercare di risalire ai malviventi. “Il tono fermo, la risposta pronta, le parole giuste, ammetto che per buona parte della telefonata ci ho creduto – dice infine la donna – probabilmente ci hanno curato come potevano sapere che ho un figlio, che eravamo in casa a quell’ora mentre lui – che non ha orari di lavoro fissi – non c’era – si chiede – Sono ancora sconvolta” ha concluso.