(ANSA) – MILANO, 26 APR – Era stato "in grado" di inviare via WhatsApp ben "1.400 messaggi ‘pubblicitari’" ad "altrettanti clienti per invitarli a rifornirsi da lui e dal suo gruppo indicando anche l’esatto punto della zona boschiva" a Lainate, nel Milanese, "in cui recarsi". Per lui, il 37enne marocchino Mohamed Benabla, presunto capo di un’associazione finalizzata al traffico di cocaina, eroina, hascisc e marijuana, è arrivata una condanna a 18 anni di reclusione da parte del gup di Milano Guido Salvini, a seguito dell’inchiesta dei carabinieri, coordinata dal pm Gianluca Prisco, che aveva portato a 27 arresti nel maggio del 2021. In totale, ci sono state altre 3 condanne in abbreviato e 8 patteggiamenti per altri 11 imputati che hanno scelto i riti alternativi, mentre altri ancora sono a processo con rito ordinario. Nelle motivazioni della sentenza si legge che il presunto boss del traffico di stupefacenti nel ‘boschetto della droga’ di Lainate avrebbe soprattutto intensificato "tale attività ‘promozionale’", con l’invio di centinaia di messaggi ai clienti per "fidelizzarli", "all’indomani della scissione" con altri trafficanti che avevano costituito un altro gruppo. E ciò "con l’obiettivo di continuare ad assicurarsi, e di rassicurare, una clientela che gli poteva essere sottratta dal gruppo rivale che operava nello stesso ‘segmento commerciale’". Benabla, tra l’altro, "nel momento in cui trattava per ‘assumere’" altri "aspiranti spacciatori" proponeva loro "anche uno ‘stipendio’ mensile che poteva variare tra i 1500 e i 2500 e anche i 3000 euro al mese". E ha dimostrato una sorta di "capacità imprenditoriale", mettendo in piedi, spiega ancora il gup, "un vero ‘esercizio commerciale’ all’aperto che funzionava sino alle prime ore del mattino". (ANSA).