(ANSA) – BOLZANO, 12 APR – "Benno aveva un atteggiamento manipolatorio nei miei confronti e non voleva che frequentassi i miei amici". Questa la testimonianza di Nadine, infermiera di Nuova Ulma, in Baviera, che ebbe una relazione con Benno Neumair due anni fa. Oggi la giovane donna è stata sentita come testimone al processo davanti alla Corte d’assise a carico di Benno, imputato per omicidio aggravato plurimo e occultamento di cadavere: il 31enne bolzanino è reo confesso per l’omicidio dei suoi genitori, commesso il 4 gennaio 2021. Se per quanto riguarda la ricostruzione della dinamica il caso è già risolto, il processo dovrà stabilire se Benno fosse capace di intendere e di volere. Secondo la perizia psichiatrica svolta in fase d’indagine, Benno sarebbe stato seminfermo di mente al momento dell’omicidio di suo padre Peter, ma perfettamente lucido poco più tardi, quando uccise sua madre Laura. Nell’udienza di oggi, così come nelle prossime, sono chiamati a testimoniare numerose persone – familiari, ex fidanzate e conoscenti vari – per descrivere, attraverso il ricordo di aneddoti, la personalità di Benno. "Convivere con lui era difficile: mi prendeva soldi di nascosto, e in un caso aveva inscenato una finta aggressione di cui sarebbe stato vittima" ha ricordato Nadine, spiegando che quella finta aggressione si concluse con un trattamento sanitario obbligatorio per Benno, visto che aveva perfino impugnato un coltello. Nel pomeriggio è stata nuovamente ascoltata la sorella Madè, che ha ribadito: "Benno mentiva di continuo ed avevo paura di lui". (ANSA).