(ANSA) – BOLOGNA, 06 APR – Procura e carabinieri indagano a Bologna sulla morte di una donna di 59 anni, avvenuta il 5 settembre in una casa di un paese della provincia. Il marito, 61 anni, disse di averla trovata distesa sul letto, con una corda intorno al collo e l’estremità legata a una spalliera: un suicidio, disse ai soccorsi e poi ai militari. Ora però l’uomo, come riporta il Corriere di Bologna e la circostanza trova conferma in ambienti investigativi, è indagato per omicidio volontario. Ieri è stato a lungo interrogato. Si è dichiarato completamente estraneo ed è a piede libero. L’indagine è coordinata dal pm Augusto Borghini. L’attenzione sarebbe concentrata su alcune contraddizioni nel racconto fornito dal coniuge nell’immediatezza dei fatti e sul rapporto conflittuale tra i due, come riferito da alcuni testimoni. L’autopsia ha concluso per una morte provocata da asfissia e da un mix di farmaci e gli esami tossicologici hanno accertato l’assunzione di dosi massicce di antidepressivi, che la donna prendeva, ma il dubbio è se, con una tale concentrazione di sostanze in corpo, abbia potuto mettere in atto il suicidio in quel modo. L’indagato è difeso dall’avvocato Ermanno Corso. (ANSA).