(ANSA) – ROMA, 02 APR – Nello Yemen dilaniato da sette anni di guerra è entrata in vigore una tregua di due mesi nei combattimenti: lo ha annunciato l’inviato dell’Onu, Hans Grundberg. "La tregua di due mesi è entrata in vigore alle 19 (le 18 italiane) di stasera. da stasera, tutte le operazioni militari offensive di terra, aria e navali dovrebbero cessare", ha aggiunto Grundberg in una nota. Si tratta della prima tregua su tutto lo Yemen dal 2016, è patrocinata dalle Nazioni Unite e ha ottenuto l’adesione sia dei ribelli sciiti filo-iraniani Houthi sia della coalizione a guida saudita ed entra in vigore nel primo giorno del Ramadan, il mese sacro del digiuno islamico. Finora tutti i cessate il fuoco erano caduti nel vuoto: l’ultimo nel 2018 prevedeva la cessazione delle ostilità attorno al porto di Hodeida, vitale per i rifornimento della poverissima popolazione yemenita ridotta alla fame e preda di malattie, ma fu quasi del tutto ignorato. Questo nuovo arriva dopo un periodo di intensificazione dei combattimenti, ma anche di intesa attività diplomatica, con negoziati in corso a Riad, dove però finora non si sono fatti vivi gli Houthi. Ma ora ci sono gli elementi di una svolta. Al porto di Hodeida, in mano ai ribelli, se la tregua reggerà, è previsto l’arrivo di 18 petroliere che consegneranno carburante, mentre due voli al giorno in arrivo e in partenza sono consentiti dall’aeroporto della capitale Sanaa, anch’essa in mano agli Houthi, che hanno ottenuto questi due risultati da loro richiesti come precondizione per aviare negoziati. Negli ultimi mesi, dello stallo delle operazioni militari sul terreno gli Houthi hanno approfittato per lanciare attacchi con droni sull’Arabia saudita e il suo principale alleato, gli Emirati arabi, soprattutto contro infrastrutture e impianti petroliferi. Attacchi ai quali la coalizione ha risposto con raid aerei. La guerra è iniziata nel 2014 quando i ribelli sciiti presero il controllo di Sanaa, scatenando l’intervento della vicina Arabia saudita e alleati nel marzo del 2015. Da allora si stima che siano morte oltre 110.000 persone, che ci siano 4,2 milioni sfollati interni e l’80% della popolazione di 30 milioni di abitanti dipendente dagli aiuti umanitari. (ANSA).