La guardia di finanza ha confiscato quattro appartamenti per un valore di quasi mezzo milione di euro agli eredi di una persona ritenuta socialmente pericolosa e legata a camorra e ‘ndrangheta. L’uomo è morto nel 2017 e i familiari si erano opposti al provvedimento, ma la Corte di Cassazione ha sancito in via definitiva la confisca.
Gli appartamenti erano stati sequestrati in via cautelare nel 2018 della sezione misure di prevenzione del tribunale di Como. Dopo la decisione della Cassazione, il nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza ha eseguito la confisca definitiva del patrimonio illecito accumulato dall’uomo.
L’accusa
Per l’accusa, l’uomo deceduto nel 2017 era legato alla criminalità organizzata. Nel 1995 era stato condannato a 7 anni e 7 mesi di reclusione per la detenzione di kalashnikov, fucili a pompa e un bazooka.
Le indagini
I finanzieri avevano avviato le indagini partendo dall’approfondimento di un’operazione sospetta ai fini della normativa antiriciclaggio. Avevano registrato infatti un ingente movimentazione di denaro contante. Una volta risaliti all’identità del reale possessore, i militari hanno poi effettuato un accertamento patrimoniale dei beni, che formalmente erano intestati a familiari dell’uomo. Le fiamme gialle hanno riscontrato una sproporzione tra il patrimonio e i redditi dichiarati al fisco.
Era scattato quindi la misura di prevenzione patrimoniale nei confronti degli eredi, come previsto dalla normativa antimafia.
Gli appartamenti
Gli immobili confiscati, 4 appartamenti a Como dal valore di circa 430mila euro, sono stati definitivamente devoluti al patrimonio dello Stato e affidati, per la gestione, all’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati.