Profughi ucraini, i numeri sono destinati a crescere in fretta. Vertice oggi tra Regione Lombardia, prefetture e sindaci dei comuni capoluogo per definire competenze, organizzare le informazioni e gli arrivi. I dati comaschi sono raddoppiati in pochi giorni. Si tratta ancora prevalentemente di persone che hanno raggiunto parenti o amici residenti sul territorio.
Fontana: “Fronte compatto per sostenere chi scappa dalla guerra”
Ha parlato di “fronte compatto per sostenere chi scappa dalla guerra” il governatore Attilio Fontana sottolineando la necessità di sollecitare il governo a fare chiarezza sul modo in cui intende comunicare e condividere i dati che riguardano il flusso dei profughi e su come sostenere economicamente le spese che gli enti locali dovranno sostenere per affrontare la situazione. Perché ha ribadito “le Regioni non hanno competenze e responsabilità dirette e ordinarie”.
Il sindaco di Como: “Non sappiamo cosa ci aspetta”
“Abbiamo affrontato in particolare gli aspetti sanitari e di protezione civile in base alle problematiche che stanno emergendo – ha spiegato il sindaco del Comune di Como, Mario Landriscina – ma la vera incognita restano i numeri. In base a quante persone arriveranno in Italia capiremo la distribuzione su base regionale e provinciale ma è chiaro che non sappiamo cosa ci aspetta. Ad oggi abbiamo sul territorio solo una minima parte, persone che hanno raggiunto familiari o amici”. “Abbiamo già messo a regime alcune procedure, ma altri passaggi devono essere definiti. Un aspetto particolarmente delicato riguarda i minori non accompagnati” chiude Landriscina.
Guerra (Anci): “Coordinamento e risorse”
“È indispensabile un forte coordinamento dei diversi livelli istituzionali, una presa in carico efficace e semplificata, dalle esigenze sanitarie (tamponi, offerta vaccini Covid) e di assistenza, a quelle dell’abitazione, dell’istruzione, fino alle opportunità di inserimento lavorativo – ha aggiunto, il comasco Mauro Guerra, presidente di Anci Lombardia – Per le particolari caratteristiche di questo flusso migratorio, la forte presenza di minori, la vasta distribuzione nel territorio, vi è di fatto un ruolo centrale dei Comuni che deve essere anche formalmente riconosciuto”.
“Abbiamo ragionato insieme di tutto questo e di altro – conclude Guerra – condividendo la richiesta al Governo di linee guida e modalità uniformi, di precisa definizione dei compiti di ciascuno, di forte regia e coordinamento, di risorse immediate e importanti che vanno subito messe a disposizione dei Comuni.”
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