Baby gang nel Comasco, interviene il sottosegretario all’Interno, il canturino Nicola Molteni.
Le parole di Molteni
“Gli episodi di violenza che si sono verificati venerdì e sabato notte nel centro di Cantù e poi a Como sono fatti gravi e non vanno sottovalutati. Anzi, è doveroso alzare l’attenzione e aumentare i controlli” ha detto. “I responsabili delle violenze sono già stati individuati grazie al lavoro e all’impegno straordinario delle forze dell’ordine. Ora serve una risposta sanzionatoria. Sono stato immediatamente informato di quello che è accaduto tra venerdì e sabato scorso a Cantù. Da allora sono in strettissimo contatto con il Prefetto di Como, il sindaco, le forze dell’ordine. Ho inoltre sentito alcuni proprietari di esercizi commerciali della zona” ha aggiunto Molteni.
“Risse, aggressioni, violenze, pestaggi e intimidazioni da parte di gruppi, prevalentemente minorenni, vanno stroncati immediatamente. Queste situazioni creano allarme sociale e un senso di insicurezza alla convivenza civile, al senso di comunità e al lavoro degli esercenti”. Ha ancora spiegato il sottosegretario relativamente al fenomeno delle baby gang nel Comasco. Poi Molteni ha aggiunto: “Il fenomeno si è evoluto in peggio. Dall’inciviltà, al vandalismo, alla prevaricazione si è passati alla violenza, spesso con l’uso di strumenti di offesa e anche di armi. Il tema delle baby gang si sta affermando in modo esponenziale come problema reale a livello nazionale. Un fenomeno purtroppo strutturale e non più occasionale che si sta imponendo all’attenzione in tantissime città italiane”.
Post-pandemia e integrazione
“Se il disagio e le devianze giovanili post pandemia diventano violenza o peggio ancora criminalità – aggiunge il sottosegretario – anche con l’uso di armi, è un problema serio e bisogna immediatamente intervenire con fermezza con la prevenzione, il contrasto, il controllo del territorio e la partecipazione di tutte le agenzie educative e sociali territoriali, della scuola, del mondo dell’associazionismo e del Terzo settore. Alle spalle spesso ci sono contesti famigliari difficili, c’è dispersione e abbandono scolastico, modelli e riferimenti sbagliati, odio e rabbia verso la società”.
“Spesso c’è poi un grave problema di fallimento delle politiche di integrazione, dovuto a una pessima gestione dell’immigrazione che determina sui territori ulteriori tensioni e delinquenza” conclude Nicola Molteni. “Quindi va benissimo il potenziamento del controllo del territorio da parte delle forze di polizia, ma si continua a lavorare per incrementare le assunzioni straordinarie di poliziotti e agenti in divisa, per sopperire a carenze e pensionamenti. Serve quindi un approccio multilivello tra i vari attori, istituzionali e non, dagli enti locali alla società civile, al mondo della famiglia, dello sport e della scuola per prevenire, limitare e contenere il fenomeno delle baby gang e della devianza giovanile e riportare legalità, sicurezza e serenità sui territori”.