Si spacca il Movimento 5 Stelle a Como. Nuovo botta e risposta al vetriolo all’interno del partito che fa capo a Beppe Grillo. Undici consiglieri regionali pentastellati (Nicola Di Marco; Andrea Fiasconaro; Ferdinando Alberti; Raffaele Erba; Dario Violi; Massimo De Rosa; Marco Fumagalli; Marco Degli Angeli; Simone Verni; Roberto Cenci; Gregorio Mammì) intervengono contro le dichiarazioni del deputato Giovanni Currò. In una nota i consiglieri regionali prendono le distanze dalla questione che riguarda chi debba stabilire le decisioni per prossime amministrative in città.
“Come Gruppo Regionale pensiamo siano pericolose le azioni di chi cerca di delegittimare un lavoro svolto dalla base di concerto con i Portavoce”, si legge nella nota dei Cinque Stelle in Regione.
La frattura nasce dalla volontà di una parte dei Cinque Stelle guidata al deputato Giovanni Currò di avvicinarsi alla coalizione di centrosinistra mentre la corrente che fa capo ai consiglieri regionale Raffaele Erba e comunale Fabio Aleotti è più vicina alle istanze della lista Civitas. Proprio su un incontro avvenuto tra Civitas e i due consiglieri del M5S che Currò punta il dito. “Il M5S dal 7 di febbraio di quest’anno, in forza di una ordinanza del tribunale di Napoli riguardante lo statuto, ha sospeso il suo processo di strutturazione nei territori. Da tale data perciò, assemblee, gruppi territoriali, comitati e delegazioni non sono in alcun modo riconosciuti né legittimati”, ha spiegato il deputato lariano.
La replica – come detto – non tarda ad arrivare. “Le decisioni dei gruppi avvenute democraticamente a seguito di incontri con gli attivisti e rappresentanti nelle istituzioni non possono essere messe in discussione da singoli che parlano a titolo personale”, dicono i consiglieri regionali del M5S. Oramai la frattura sembra dunque insanabile.