“La mafia non si combatte delegando questo compito solamente alla magistratura e alle forze dell’ordine. Si combatte con l’istruzione e la scuola”. Queste le parole di Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato Paolo Borsellino invitata a Saranno a partecipare a una serie di eventi in ricordo del padre.
E proprio tra i banchi e le aule, a quasi trent’anni dalla strade di via d’Amelio dove morì il magistrato Paolo Borsellino (era il 19 luglio 1992), la figlia, Fiammetta Borsellino, ha portato la sua testimonianza. Il messaggio arrivato agli studenti del liceo classico Legnani e dell’Ipsia Parma di Saronno suona anche come un monito: “Non allentare la guardia rispetto alla lotta alle mafie”.
“Non bisogna cedere alle semplificazioni solo perché non ci sono più le stragi”
“Le mafie sono bravissime a cambiare, ad adeguarsi ai nuovi contesti socio economici. Quindi non bisogna cedere alle semplificazioni, solo perché non ci sono più le stragi”. Fiammetta Borsellino, non ha raccontato agli studenti solamente della figura del magistrato Borsellino, ha parlato anche del suo ruolo di padre e di cittadino. “Un modo” ha sottolineato “per avvicinare le nuove generazioni alla storia e per rendere le figure che la compongono, umane”. L’ auspicio è che proprio attraverso le testimonianze di vita, la lotta alla mafia continui oltre lo studio dei fatti. “Come combattere la mafia si impara non soltanto attraverso i libri di scuola, si impara coltivando le relazioni, un impegno politico e un impegno sociale” ha concluso Borsellino.
Leggi anche “Sport contro cyberbullismo e dipendenza da internet, il protocollo”