Le imprese registrate nell’area lariana a fine 2021 sono 73.979: 48.255 a Como e 25.724 a Lecco. Le due province registrano rispettivamente una crescita del +0,8% e del +0,3%. La media dei territori, con 465 attività in più –considerate variazioni e cessazioni d’ufficio-, si attesta così a +0,6%, dato migliore rispetto al +0,3% regionale e al -0,2% nazionale.
I dati diffusi dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Como-Lecco, archiviano un 2020 con tutti gli indici in sostanziale calo, causa pandemia.
Sul Lario lo scorso anno sono nate 4.063 imprese mentre hanno cessato l’attività 3.559 aziende con un saldo positivo pari a 504 unità. Crescono le imprese lariane: 2.751 le nuove iscrizioni nel Comasco, +21,3% rispetto al 2020, mentre le chiusure sono state 2.333 (-2,3%).
L’analisi settoriale nei due territori vede prevalere, con 30.693 attività pari al 41,5%, il settore dei servizi, in crescita dell’1,7%. Seguono manifatturiero (31,9%) di cui costruzioni (pari al 17,4%, in aumento dell’1,7%), commercio (22,2%), e imprese agricole con il 4,4%.
Tra le forme giuridiche prevalgono con il 48,4% quella dell’impresa individuale, e con il 29,2% quella di capitale, entrambe in crescita.
Il comparto artigiano cresce dello 0,3% da imputare alla sola provincia di Como, in quanto prosegue il calo nel lecchese, nonostante questo le due province (con complessive 23.928 imprese artigiane registrate a fine 2021) sono tuttora prima e seconda in Lombardia, e nelle prime 4 posizioni in Italia, per “peso” del settore.
A fine 2021 le imprese lariane gestite da giovani erano l’8,1% del totale con una crescita dello 0,8%, analoga a quella lombarda e in controtendenza rispetto a quella italiana (-0,6%).
Le attività lariane gestite da donne erano il 19,6% del totale +1,5%.
Al 31 dicembre, le aziende lariane gestite da stranieri erano il 9,9% del totale +4,8%: dato inferiore sia alla media regionale, sia a quella italiana.
Como evidenzia una quota del 10,8%, superiore a quella nazionale.