Scatta domani la stretta sui lavoratori over 50. A partire dal 15 febbraio, infatti, il green pass rafforzato diventa obbligatorio sia nel pubblico che nel privato (autonomi e professionisti compresi). Di fatto senza il certificato verde gli over 50 non potranno accedere al luogo di lavoro.
Decreto alla mano le persone che rientrano in questa fascia d’età, per accedere ai luoghi di lavoro dovranno possedere e sono tenuti a esibire una delle certificazioni verdi di vaccinazione o di guarigione. Stop dunque al green pass base ottenuto tramite i tamponi (che resta valido solo per chi ha meno di 50 anni).
L’obbligo di green pass rafforzato per questa categoria di lavoratori resterà in vigore fino al 15 giugno. Chi comunica di essere privo del certificato rafforzato viene considerato assente ingiustificato, non sono previste conseguenze disciplinari e il posto di lavoro viene conservato.
Durante il periodo di assenza ingiustificata non è dovuta la retribuzione. L’ingresso nella sede di lavoro senza il documento è vietato. Previste sanzioni da 600 a 1.500 euro per chi ne fosse sprovvisto. Chi deve controllare, in caso di omissione, rischia una multa da 400 a mille euro.
Le faq del governo sono consultabili qui.
La Uil: “Doveva entrare in vigore prima”
“Se il provvedimento fosse entrato in vigore prima probabilmente avrebbe contribuito a limitare i contagi, in particolare penso al picco registrato tra fine e inizio anno”. A parlare è Vincenzo Falanga, segretario generale della Uil Funzione pubblica del Lario. Alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo del super green pass per i lavoratori over 50. “A mio avviso – spiega – la disposizione avrebbe avuto più forza se fosse scattata prima. Entra in vigore in un periodo in cui i numeri fortunatamente stanno diminuendo, lo stato di emergenza si chiuderà a fine marzo e gli esperti forniscono letture confortanti, sicuramente – aggiunge Falanga – è stato un ulteriore impulso per la campagna vaccinale”.
Secondo il sindacalista in questa fascia d’età la copertura è ormai elevata e i disagi dovrebbero essere contenuti per chi non si fosse adeguato. “Qualche difficoltà potrebbe venire a crearsi nei piccoli comuni dove gli impiegati sono pochi – dice ancora – ed eventuali assenze potrebbero far saltare alcuni servizi. Ma i numeri sono bassi”.
Per il mondo dell’impresa parla Confartigianato Como. “La problematica più grossa a nostro avviso è legata ai controlli – spiega il presidente Roberto Galli – per le aziende strutturate e con tanto personale è una questione ininfluente per quelle più piccole può essere più difficile. Per quel che mi risulta tra i nostri associati ormai siamo a un livello di copertura vaccinale molto alto. La diffusione della variante Omicron e l’aumento dei contagi, tra fine e inizio anno, credo abbia spaventato anche i più scettici – aggiunge Galli – e le nostre imprese sono sempre state sensibili sul fronte della sicurezza e della salute, senza dubbio ci sarà qualcuno che non si sarà adeguato ma per quel che mi risulta – chiude il numero uno di Confartigianato Como – si tratta di pochissimi casi”.