Assegno unico universale, tra meno di un mese entrerà in vigore. I sindacati Cgil, Cisl e Uil chiedono all’Inps di fare chiarezza sui lavoratori frontalieri.
Il prossimo 1° marzo, il nuovo assegno familiare definito “assegno unico universale” sulla base delle disposizioni del Family Act approvato dal Parlamento entrerà in vigore. Quest’ultimo sarà riconosciuto a tutti i cittadini di uno Stato dell’Unione europea residenti in Italia, per i figli fino al ventunesimo anno d’età tra coloro che dimostreranno di essere in possesso dei requisiti richiesti dalla norma. Nonché in misura differenziata sulla base della dichiarazione ISEE. Ma non è ancora chiaro come verrà definito per il lavoro frontaliero. “L’Inps –spiegano i sindacati-, non ha ancora chiarito le modalità applicative”. Un ritardo che avrebbe indotto alcuni tra gli Enti per la Sicurezza Sociale dei Paesi esteri limitrofi o confinanti a garantire l’erogazione dell’assegno familiari in essere, in carico al Paese di lavoro per norma internazionale, solo fino al 28 febbraio 2022. Restando in attesa di un chiarimento dell’istituto previdenziale italiano.
Assegno unico universale: rischio congelamento
Urgente, dunque una soluzione nei prossimi giorni al fine di evitare un possibile congelamento dell’erogazione. Migliaia di frontalieri in ingresso in Italia, ma residenti all’estero –aggiungono i sindacati-, rischiano di perdere parte del proprio reddito e le conseguenti detrazioni fiscali. Conseguenza che avverrebbero a partire dall’entrata in vigore dell’assegno unico che, com’è noto, ingloba i precedenti assegni familiari erogati in relazione al luogo di lavoro.
Cgil, Cisl e Uil lanciano dunque un appello. S’intervenga subito per porre rimedio a tutela del reddito di lavoratrici e lavoratori che dai nove Paesi limitrofi e confinanti ogni giorno contribuiscono allo sviluppo della nostra comunità”.
Approfondimenti utili: Assegno unico e universale per figli: testo del decreto legislativo, vademecum e valutazioni della CGIL