Caccia al cinghiale. Per contenere la popolazione dei cinghiali-e quindi limitari i danni prodotti dagli animali-la caccia selettiva è stata aperta anche agli agricoltori, ai loro famigliari e non solo.
“La Giunta di Regione Lombardia ha approvato la delibera riguardante la disciplina per la gestione del cinghiale. Un modo per rispondere concretamente alle esigenze degli agricoltori che subiscono quotidianamente dei danni”. È quanto dichiara il sottosegretario regionale Fabrizio Turba. Per questo motivo, “al fine di attuare efficacemente la legge 19/2017 e contenere le popolazioni di cinghiali– spiega il sottosegretario Turba – Regione Lombardia ha annoverato tra le figure faunistico-venatorie (e quindi quelle abilitate alla caccia) anche i proprietari, i loro famigliari, i dipendenti e i conduttori dei fondi, sul quale vengano certificati danni alle colture o al sistema agrario”.
Caccia al cinghiale – Queste persone, ha aggiunto Turba, “dovranno essere in possesso dell’abilitazione al controllo selettivo”. Chi non fosse in possesso dell’abilitazione potrà comunque presentare ai Corpi di Polizia provinciali competenti una richiesta di autorizzazione per “due operatori abilitati al controllo selettivo degli ungulati”. “Regione Lombardia in questi anni ha provveduto, (nei limiti delle sue competenze) al contenimento della popolazione del cinghiale– precisa Turba”. E continua “adesso è necessario che anche lo Stato faccia la sua parte” .
In provincia di Como
Solo in provincia di Como nel 2019 sono stati abbattuti in totale 1.016 capi. Nel 2021, 3.876. La Giunta ha poi stabilito un cronoprogramma. Prevede la predisposizione dei “Progetti pluriennali di gestione del cinghiale o degli interventi annuali di prelievo” entro il primo luglio 2021 da parte degli Ambiti territoriali e Comprensori alpini nelle aree non idonee al cinghiale. In alternativa – conclude Turba – scatterà il potere sostitutivo di Regione che predisporrà direttamente i piani per avviare ovunque la caccia di selezione”.