Ritorno in classe questa mattina. “La scuola è in presenza e lo sappiamo. Si deve fare di tutto perché ciò avvenga”. Ne è convinto il dirigente dell’ufficio scolastico territoriale di Como, nonché ex ministro dell’Istruzione del primo esecutivo guidato da Giuseppe Conte, Marco Bussetti.
Dopo le feste la scuola riparte in presenza, il governo è stato chiaro. Nonostante i contagi in crescita, il caos relativo al tracciamento e alcune regioni che si sono dette contrarie tentando di posticipare il ritorno sui banchi. Alcuni esponenti della scuola e del mondo scientifico hanno espresso perplessità. Le difficoltà non mancano al ritorno in classe, sono state definite le nuove regole per la gestione dei casi positivi, le famiglie sono preoccupate.
Le scuole comasche – spiegano dall’ufficio territoriale – sono tutte aperte. Le aule non sono al completo, ci sono studenti e docenti a casa perché positivi o contatti stretti. Difficile fare previsioni, Bussetti intanto traccia un bilancio positivo di questa prima giornata e chiarisce “I nostri uffici e gli stessi dirigenti sono a disposizione dei genitori e dei ragazzi per chiarire i dubbi”.
L’attuale ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha spiegato che “la decisione del governo rappresenta una scelta chiara che tutela la possibilità per gli studenti di continuare a frequentare in presenza a garanzia di un’uguaglianza sostanziale di accesso al servizio scolastico”. Una decisione che però è stata – come detto – da più parti contestata alla luce della situazione epidemiologica. Il dirigente comasco – che sottolinea il ruolo chiave del tavolo prefettizio anche nell’ambito del trasporto pubblico locale – vuole tranquillizzare le famiglie: “Stare a scuola è importante sotto tutti i punti di vista, le aule sono sicure e i nostri ragazzi stanno dando prova di grande maturità”.