Aule vuote e scuole silenziose, senza studenti i primi giorni dell’anno potrebbero apparire così. Oggi infatti, in molti istituti comaschi la campanella ha scandito l’inizio delle vacanze natalizie. Ma con l’aumento dei contagi Covid e il diffondersi della nuova variante Omicron, il ritorno sui banchi potrebbe slittare. “Sarebbe utile e meglio se non accadesse perché l’essere in presenza rappresenta una ricchezza che altrimenti va persa” precisa Roberto Peverelli, dirigente dell’I.S.I.S. Paolo Carcano di Como.
Presidi e studenti conoscono bene i risvolti positivi e negativi della didattica a distanza. Per questo, la misura allo studio del Governo-chiedono le scuole- dovrebbe essere valutata con attenzione. “Certo se la situazione fosse tale da rendere necessario questo passaggio ci adatteremo” continua Peverelli-“però credo che sia importante che se messa in atto sia motivata da dati certi e non solo per la paura”
L’ipotesi riguarda la dad dal 10 di gennaio e per qualche settimana. Idea che sta prendendo piene soprattutto con il peggiorare dell’ondata pandemica e l’aggravarsi della pressione sul sistema sanitario. Della stessa opinione è anche Angelo Valtorta, dirigente del Liceo Volta che sottolinea quanto ormai le scuole sia comunque attrezzate con “un piano di didattica a distanza” applicabile anche con scarso preavviso.
Ma la scia della pandemia –come quella del virus- può essere anche più lunga. Il preside Peverelli afferma di aver assistito “a una crescita del numero di situazioni di disagio dei ragazzi dopo un anno e mezzo di dad e questo- sottolinea- non vuol dire generalizzare la problematica a tutti ma i numeri sono in crescita. Così come gli apprendimenti. Anche quelli hanno sicuramente risentito dei mesi lontani da scuola”.